La sua versatilità ne fa uno strumento estremamente “flessibile”, e adatto pertanto a variegate fette di utenza, a cominciare dai bambini ed arrivando poi ai professionisti del settore, che se ne servono per esibizioni dal vivo. La tastiera musicale è infatti disponibile in più “versioni”, il che la rende particolarmente apprezzata e adoperata nei più svariati contesti. Trasformazione innovativa dal punto di vista tecnologico di strumenti quali il pianoforte, per citare quello più conosciuto, utilizza la medesima modalità di produzione delle sonorità, funzionando in virtù della pressione di una serie di tasti, corrispondenti alle differenti note.
E nei diversi modelli offerti dal mercato essa è in grado di assecondare le tante necessità degli utilizzatori, necessità che richiederanno – come è facilmente intuibile – ben determinate caratteristiche: un modello più ricercato e ricco di funzionalità, ad esempio, sarà la scelta preferenziale dei musicisti di professione, laddove invece uno più semplice e “basico” costituirà la soluzione migliore per l’appassionato del settore, o per chi si sta avvicinando per la prima volta ad uno strumento della tipologia in esame.
Anche una tastiera più “essenziale”, infatti, rappresenta una buona opzione se in linea con i bisogni di chi la utilizzerà, e la trattazione in oggetto vuole appunto soffermarsi su una tastiera musicale con meno funzioni, e sulle circostanze nelle quali adottarla.
Come scegliere il migliore prodotto
Non necessariamente una tastiera musicale con meno funzioni è una tastiera non valida o “scadente”, e dunque da non valutare per il proprio acquisto. Anzi. Come poc’anzi anticipato, tutto dipende dalle esigenze personali e dalle applicazioni di utilizzo dello strumento: se queste confluiscono verso un prodotto non particolarmente sofisticato, allora quel prodotto – nel suo essere più semplice – costituirà la “migliore” scelta in quella situazione.
Il caso tipico è quello di chi è alla ricerca di una tastiera musicale per imparare, oppure di chi è interessato ad un modello che lo accompagni durante il percorso di apprendimento, e che – almeno per il momento – non disponga di troppe funzionalità. Sia nell’uno che nell’altro caso, così come nel caso di un professionista, immancabile sarà la funzione svolta dal metronomo, ossia quella di “scansione” del tempo in bpm (battiti al minuto), attraverso una segnalazione visiva ed acustica.
Ed anche il sottotraccia – ossia brani in memoria riproducibili direttamente attraverso la tastiera – è riscontrabile nel maggior numero di tastiere musicali digitali. Ciò per evidenziare che anche un prodotto poco complicato e con un numero inferiore di funzioni è un prodotto che ha il suo “perché”. E nel paragrafo che segue affrontiamo la tematica ancor più nel dettaglio.
Le funzioni a cui badare
Quali sono le funzioni da considerare in uno strumento che di funzioni ne ha poche? Abbiamo or ora citato quella svolta dal metronomo, più nel dettaglio uno strumento in legno fornito di pendola e che funziona con carica manuale, sebbene quello in dotazione di una tastiera elettronica sia digitale, e caratterizzato da un segnale acustico o luminoso che scandisce il tempo.
Praticamente un “tutt’uno” con il musicista, sia egli esperto o principiante, il metronomo lo accompagna nell’esecuzione del pezzo fungendo da ausilio per un’eventuale correzione da apportare. Ed anche la funzione assolta dal sottotraccia rappresenta un aiuto nel migliorarsi, con le basi ritmiche o melodiche sulle quali l’utente può suonare a sua volta: senza dubbio un cospicuo numero di dette basi è un valore aggiunto per il prodotto, ma anche una tastiera musicale con una decina di basi può costituire una buona forma di esercitazione, specie se il destinatario finale è uno studente. Ed un apposito ingresso per le cuffie per non disturbare famiglia e vicinato durante l’esercitazione stessa sarà senza dubbio apprezzabile.
Ecco dunque, che una tastiera musicale con poche funzioni non sarà allora il top dei prodotti di questa tipologia quanto a completezza ed ampiezza delle caratteristiche offerte, ma sarà certamente fornita di ciò che più conta per gli inizi e per il prosieguo dello studio. Per poi passare ad una tastiera più ricca e avanzata, comprendente, ad esempio, anche la cosiddetta tecnica di Vocoding, che consente la registrazione e la modulazione della voce umana – attraverso un microfono collegato – accorpando detta voce nel suono elettronico e nelle note generate dai tasti.
Soffermiamoci ora per un momento sugli strumenti campionati e sugli effetti, così da dare una panoramica quanto più esaustiva possibile della tematica in oggetto. Per quanto concerne gli strumenti campionati (cioè strumenti da poter riprodurre con la tastiera, come quelli a percussione ad esempio), un prodotto base ne conterrà circa una-due centinaia, mentre un qualunque modello di tastiera – dunque anche quello di cui stiamo discutendo – prevederà un comando per regolare il volume generale di uscita. E, ancora, gran parte della tastiere contempla la possibilità di unificare due differenti strumenti in uno solo, “fondendo” le sonorità all’interno di una medesima esecuzione (splitvoice).
Costi e brand specializzati
Quanto costa una tastiera musicale con meno funzioni? Siamo, generalmente, in un range di prezzo compreso tra 50 Euro circa e 100-150 Euro circa, cifre più che buone per chi è ad uno dei suoi primi acquisti (se non il primo). Attenzione però al brand verso cui si veicola la propria scelta, perché è sempre bene rivolgersi a nomi affidabili: Casio, Yamaha, Alesis, sono alcuni validi suggerimenti in tal senso.